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Cecilia Cristellon, La carità e l'eros. Il matrimonio, la Chiesa, i suoi giudici nella Venezia del Rinascimento (1420-1545) (Quaderni dell'Istituto storico italo-germanico in Trento, Monografia 58), Bologna 2010.
Un'indagine sul funzionamento dei tribunali matrimoniali, condotta sul fondo più ricco di cause matrimoniali che in Italia esista: quello del tribunale veneziano nel periodo che va dal 1420 all'apertura del Concilio di Trento. È il primo studio italiano sul tema, quanto a soggetto e arco cronologico coperto; ha come precedenti alcuni lavori sui tribunali inglesi, francesi e tedeschi, con cui il confronto è puntuale e costante. In quanto materia riguardante la salute dell'anima, il matrimonio rientrava a pieno titolo nella sfera di competenza della Chiesa, che a partire dall'XI secolo se ne assicurò il monopolio giurisdizionale gestendolo ora in sintonia ora in conflitto con le autorità secolari, pur esse interessate in forza delle conseguenze civili del matrimonio - prima fra tutte la legittimità dei figli. E se i tribunali secolari restavano competenti per le questioni patrimoniali tra i coniugi, anche in queste però accadeva che la Chiesa si ingerisse: o in via diretta sostituendosi alla giurisdizione civile, o condizionandone gli esiti con le proprie sentenze. Le magistrature laiche, dal canto loro, erodevano in parte le competenze ecclesiastiche continuando a esercitare una giurisdizione autonoma sul matrimonio, in particolare con riguardo alla separazione dei coniugi e a reati strettamente connessi al vincolo nuziale e alla sua definizione, quali adulterio, bigamia, stupro.